Rimaniamo allibiti di fronte a quanto scritto nell’articolo “Da Colleferro a Lecce, la nostra gioventù affetta da autismo emotivo” che ancora una volta alimenta stigma e pregiudizio verso le persone con autismo.

Pur essendo certi che chi ha prima immaginato questo accostamento e poi messo nero su bianco questa improvvida definizione lo abbia fatto senza alcuna altra finalità se non quella di suffragare il proprio pensiero, tendente a descrivere e far comprendere una condizione di disagio che certamente alberga all’interno della nostra società e delle giovani generazioni, probabilmente nello scrivere non si è reso conto – vista l’indubbia competenza che accostando tale disagio ai disturbi dello spettro autistico anche a tale definizione fosse stata se tecnicamente corretta – che avrebbe potuto confondere i lettori su ciò che realmente è il disturbo dello spettro autistico, e che lo stesso non ha e non può avere, neppure lontanamente, alcun accostamento ad altro, diverso e più profondo disagio alla base di comportamenti quali quelli indicati nell’articolo in discorso.

Per questo si spera che si tratti solo di una imperdonabile leggerezza e che si ponga immediato riparo. Nonostante questo, non ci possiamo esimere dal sottolineare che collegare infatti gli eventi ed i protagonisti di quanto accaduto a Colleferro e Lecce è segno non solo di una totale mancanza di rispetto di tutte le persone con autismo e dei loro familiari ma anche di una mancanza di conoscenza degli stessi disturbi dello spettro autistico e delle loro caratteristiche.

È avvilente vedere come ancora nel nostro paese la concezione della disabilità, in particolare intellettiva, sia ancora ad un livello così basso anche da parte di chi, in teoria, dovrebbe essere un “esperto del settore”.

 

Come presidente nazionale Anffas – la più grande associazione di famiglie di persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo in Italia, operante da oltre 60 anni, non posso che esprimere, a nome di tutte le persone con disabilità intellettive e dei loro familiari, sdegno e rabbia nel vedere ancora, nel 2020, tanta pericolosa ignoranza e così poca cura nel parlare di autismo e di disabilità intellettive in generale, due elementi questi – ignoranza e poca cura – che altro non fanno che portare avanti stereotipi sulle persone con autismo all’opinione pubblica, andando a vanificare anni di durissimo lavoro del movimento delle persone con disabilità intellettive volto a scardinare concetti ed idee errati che hanno portato a discriminazione, negazioni di diritti e isolamento dei cittadini con disabilità intellettive, alla faccia di quanto sancito dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che ricordo ancora una volta essere legge nel nostro paese dal 2009.

 

Ci auguriamo davvero che quanto accaduto non si ripeta e che si prenda atto e consapevolezza del grave errore che è stato fatto e che purtroppo dimostra che c’è ancora tanto da fare e tanta strada da percorrere in questo paese per radere al suolo stereotipi, pregiudizi e stigma e arrivare a pari diritti e opportunità.

 

Roberto Speziale

Presidente Nazionale Anffas

 

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