Non è così raro il caso di una persona con disabilità che vive con un genitore anziano, entrambi positivi al Covid. Anffas è stata pienamente coinvolta sia sul piano associativo che su quello di gestore dei servizi.
Un’esperienza che ha portato risultati validi, pur nelle difficoltà: prima fra tutte la carenza di infermieri nelle strutture territoriali del Terzo settore, migrati verso il pubblico.
Ecco l’esperienza toscana raccontata nell’articolo del Dott. Giuseppe Mussi, Direttore generale di Anffas Massa Carrara e componente del Comitato Tecnico Scientifico Anffas Nazionale

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[…] L’11 marzo 2020 L’OMS ha dichiarato il raggiungimento del livello pandemicoQuel giorno, i pazienti positivi alla ricerca del SARS–CoV-2 in Toscana erano già 314, di questi i ricoverati in Malattie infettive e in Area medica erano 87 e quelli in Terapia intensiva erano 54. A questo punto dell’epidemia, con numeri in rapida crescita anche nella nostra regione, è apparso chiaro che le strutture specialistiche presto non sarebbero state in grado di accogliere i casi in livelli d’intensità appropriati.

La risposta della rete ospedaliera Toscana è stata declinata nelle tre Aree Vaste, SudEst, Centro e NordOvest, ciascuna delle quali è stata strutturata per fornire le cure necessarie ai pazienti Covid-19 per tutti i livelli d’intensità di assistenza secondo un modello concettuale già collaudato per tutte le reti cliniche. Ciascuna Area Vasta è stata articolata per la risposta alla pandemia in tre tipologie di ospedale.

  • Un ospedale Core-A, corrispondente all’Azienda ospedaliero universitaria che insiste su quel territorio (Careggi per l’Area Vasta Centro, Pisana per la Nord-Ovest e Senese per la Sud-Est). Questi ospedali garantiscono il maggior numero di posti letto per pazienti Covid-19, sia in Area medica (compresi reparti di Malattie infettive), sia in Terapia intensiva.
  • Ospedali Core-B, che corrispondono ai maggiori ospedali per acuti dell’AUSL di Area Vasta. Questi garantiscono tutte le funzioni per i pazienti Covid-19 e mantengono la continuità delle funzioni per l’oncologia e le reti tempo dipendenti. Sono dotati di un numero di posti letto in Terapia intensiva tale da creare un’Unità Covid-19 e assicurando al tempo stesso posti letto intensivi per altri pazienti; spesso sono sede di un reparto di Malattie infettive, o in alternativa garantiscono la presenza dello specialista.
  • Gli ospedali No Core, non dispongono di Terapia intensiva o hanno solo piccoli reparti intensivi, che non consentono di destinare una porzione a pazienti con Covid-19. Garantiscono la continuità dell’assistenza per altri trattamenti non rinviabili. Si tratta di numerosi piccoli ospedali del Sistema sanitario e delle Case di Cura private.
  • In condizioni di base gli ospedali toscani dispongono complessivamente di 322 posti letto di terapia intensiva. Il 18 marzo 2020 è stata emessa l’ordinanza del Presidente della Giunta regionale con l’approvazione del piano per la realizzazione di 280 postazioni di cure intensive, convertendo reparti di degenza strutturati per l’alta intensità, sale operatorie, recovery room, ambulatori chirurgici ecc, fino a poterne garantire 394 solo per i pazienti Covid-19, continuando a gestire separatamente i pazienti critici “ordinari”. Questa risorsa ha un’ulteriore capacità di espansione di altri 80 posti letto intensivi entro 48 ore, in caso di necessità. I posti letto di Area medica a disposizione per pazienti Covid-19 è quindi salita fino a 1.504, oltre a 34 sub-intensivi, con la possibile espansione di 156 letti entro 48 ore.[…]

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