Il progetto “Casa Più” coinvolge 8 persone giovani, con disabilità intellettive, abitanti in Lunigiana, che intraprenderanno un percorso che consentirà loro di vivere, in maniera più autonoma possibile, all’interno di quattro appartamenti situati a Pontremoli (MS).

Si tratta di una casa “in più” rispetto a quella di famiglia, con “più” relazioni, “più” strumenti, “più” opportunità, per una vita quotidiana “più” indipendente.

Il progetto è stato sviluppato in collaborazione tra la Società della salute della Lunigiana, AIAS ed ANFFAS Onlus di Massa Carrara al fine di condividere i principi di base e di mettere in comune le conoscenze tecniche, pur nel rispetto della specificità degli interventi.
La casa è il centro fisico e simbolico attorno al quale ruota la vita di ogni persona, uno “spaziotempo” ospitale, solidale che si prende cura della persona e contribuisce a farla vivere meglio costituendo il punto di partenza per l’incontro con il mondo esterno.
Così come riferisce la D.ssa Dania Sindico (psicologa A.I.A.S.): La Vita Indipendente attraverso una “casa” è una tappa fondamentale nel percorso di vita di ciascuna persona e parte dal riconoscimento basilare della dignità e unicità dell’essere. Ogni essere umano, infatti, nell’età adulta, ha il diritto di realizzare il proprio progetto di vita, al di là ed oltre i propri limiti.

Ricorda la D.ssa Stefania Marchini (Psicologa ANFFAS) che “La linea di intervento di questo progetto parte dall’analisi dei Domini della Qualità della Vita e in modo particolare dall’Autodeterminazione che non è assimilabile alla definizione di “autonomia”, dove per tale termine si intende la capacità di espletare da soli tutte le attività della vita quotidiana, ma significa saper prendere decisioni circa la propria vita. Migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità passa attraverso la dimensione dell’essere adulti, con capacità di pensiero e di decisione non solo esecutive ma emotive e relazionali”.

Spostarsi, quindi, dalla condizione di malato perennemente da riabilitare o di eterno bambino al quale continuamente sostituirsi verso una posizione adulta con capacità di pensiero e di decisione.
Pensare alla vita indipendente vuol dire, quindi, uscire dalla logica dell’emergenza: la vita indipendente non deve essere una soluzione che si realizza quando viene meno il nucleo d’origine ma una tappa fondamentale nel percorso di vita. Usando termini conosciuti un “Durante noi” oltre che un “Dopo di noi”.“Vita Indipendente riguarda soprattutto le persone con disabilità, tuttavia chi la persegue sa che attorno a ogni persona con disabilità che sia libera, si aprono spazi di libertà per madri, padri, fratelli, sorelle…” ( da IL Manifesto per la Vita Indipendente, Enil Italia ).
L’aspetto fondamentale e, secondo noi, innovativo,per la buona riuscita di questo progetto pone le sue radici proprio nel periodo preparatorio all’esperienza residenziale definitiva.
Il Progetto Casa Più nasce da una riflessione condivisa con le persone con disabilità ed i loro genitori sui temi dell’autonomia e dell’emancipazione, sulle tensioni che ogni soggetto attraversa diventando adulto e trovandosi a mediare tra il proprio bisogno di sicurezza e il proprio bisogno di libertà.